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Odisseo e l’inganno delle Sirene: come tutto ebbe inizio

L’avventura di Odisseo – o Ulisse, secondo la tradizione latina – comincia alla fine della guerra di Troia, quando il re di Itaca si mette in viaggio per tornare a casa. Ma il suo non sarà un ritorno rapido: dieci anni di peregrinazioni, creature mitiche e prove impossibili lo attendono, trasformando un semplice viaggio in un’odissea, nel vero senso della parola.

Uomo astuto, consigliere fidato e autore del celebre stratagemma del cavallo di legno, Odisseo è sempre stato molto più di un guerriero: è un pensatore, un manipolatore del linguaggio, un architetto di soluzioni fuori dal comune. Ed è proprio questo suo ingegno instancabile a guidarlo quando si trova di fronte a una delle prove più seducenti e pericolose: le Sirene.


Perché passare dalle Sirene?

L’incontro con le Sirene non è casuale. La maga Circe, che già aveva messo alla prova Odisseo con le sue illusioni, lo avverte: se vuole tornare a casa, dovrà attraversare un tratto di mare infestato da queste creature ammaliatrici. Le Sirene, con il loro canto divino, promettono sapienza e rivelazioni, ma chi le ascolta non riesce più a staccarsi e muore sugli scogli.

Eppure Odisseo non evita il pericolo, anzi, lo affronta con lucidità. Spinto dalla sua curiosità intellettuale, decide che vuole ascoltare il loro canto, ma senza soccombere.

Il piano dell’inganno

E così mette a punto uno dei suoi piani più celebri: tappa le orecchie dei suoi compagni con cera, affinché non possano sentire nulla, e si fa legare all’albero maestro della nave. Ordina che, qualsiasi cosa accada, non venga slegato fino a che la nave non sia ben lontana.

Il risultato è un piccolo miracolo di equilibrio: Odisseo riesce ad ascoltare il canto delle Sirene – simbolo di conoscenza proibita e attrazione fatale – senza caderne vittima. È il trionfo dell’astuzia umana sulla tentazione divina, il momento in cui l’ingegno si fa bussola contro l’irrazionale.


Odisseo: l’eroe che pensa

In un poema fatto di eroi forti e dèi capricciosi, Odisseo si distingue per una qualità rarissima: la mente vigile, capace di domare i mostri con la parola più che con la spada. La sua scelta di passare tra le Sirene – pur conoscendone i rischi – è il riflesso perfetto del suo spirito: non fuggire dalla conoscenza, ma affrontarla con furbizia e determinazione.

In fondo, è questo che fa di lui l’eroe più moderno dell’antichità.


In Euploia si osserva da vicino proprio l'applicazione del multiforme ingegno di questo eroe, il primo mattone per la narrazione del buon approdo.

 
 
 

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